Il 18 aprile 2023 il Parlamento Europeo ha approvato una nuova serie di misure ambientali, tra cui la cosiddetta Carbon Border Tax, un’imposta sull’importazione in Europa di beni la cui produzione fuori dai confini comunitari è particolarmente inquinante.
È stata altresì approvata - con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni - un’ambiziosa riforma del sistema di scambio di quote di emissione (Emissions Trading System, noto con la sigla ETS).
Il mercato ETS, creato nel 2005, prevede che le imprese debbano acquistare certificati “verdi” per poter continuare le produzioni inquinanti. Mettendo un prezzo alle emissioni nocive, questo meccanismo ha portato le aziende a virare verso modalità di produzione più rispettose dell'ambiente.
In che cosa consiste concretamente questa riforma?
Essa prevede la graduale eliminazione, fra il 2026 e il 2034, dei certificati di emissione distribuiti gratuitamente alle imprese. Anche il settore marittimo, finora escluso, sarà inserito nel sistema ETS.
Verrà poi introdotto un nuovo sistema, l’ETS II, che riguarderà i carburanti per trasporto su strada e per gli edifici, così da determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori a partire dal 2027 (o dal 2028, se i prezzi dell'energia resteranno così elevati).
Questo non fa che confermare le ambiziose politiche climatiche dell’UE: l’obiettivo è infatti quello di una riduzione in emissioni entro il 2030, nei settori interessati dall’ETS, pari al 62% rispetto ai livelli del 2005.
Le votazioni in Parlamento hanno visto una forte maggioranza a favore dei provvedimenti, ma non mancano le perplessità di alcuni settori sui costi effettivi della politica green europea.
Fonti:
https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20170213STO62208/il-sistema-di-scambio-delle-quote-di-emissione-e-la-sua-riforma-in-breve
https://www.ilsole24ore.com/art/europarlamento-approva-dazio-ambientale-e-riforma-mercato-emissioni-inquinanti-AEYrGsID
L’Unione Europea ha annunciato che, a partire dal 2023, aumenterà la pressione fiscale sui paesi da cui importa, al fine di proteggere le realtà del mercato europeo che si trovano in piena transizione ecologica
Da anni, Fonderia Morini collabora con il Politecnico di Milano per formare nuovi tecnici di fonderia. Anche quest’anno, i risultati non si sono fatti attendere.
Romagna Finishing SRL, dal 2019 parte del gruppo Fonderia Morini, è stata citata sul quotidiano online RavennaToday. Il merito è del contratto integrativo aziendale firmato insieme a Fiom Cgil, Uilm Uil e le Rsu.
Catene di approvvigionamento e di valore sempre più «resilienti, cognitive e inclusive»: così le imprese lungimiranti affronteranno il complesso quadro geopolitico internazionale. Gli investimenti di Fonderia Morini fin dal 2018 si muovono esattamente in questa direzione